“Finalmente si è chiusa la trattativa sul bilancio europeo, che tuttavia
lascia un po’ l’amaro in bocca perché non
risponde a pieno alle necessità dell’Europa e di un Sud in grandissima crisi
economica e occupazionale”. Lo afferma Micaela Fanelli, membro dell’ufficio di Presidenza nazionale Anci e
candidata Pd al Senato, in merito al
bilancio e alle prospettive finanziarie per il periodo 2014-2020 delineate nel
vertice di Bruxelles dai 27 Paesi dell’Unione europea.
“Ci troviamo di fronte - ha
spiegato Fanelli – al primo quadro
finanziario pluriennale al ribasso della storia comunitaria, e questo in un
periodo caratterizzato e sfiancato da recessione e disoccupazione. È
sicuramente un aspetto negativo poiché
– argomenta -, rispetto al bilancio
precedente (2007-2013) si registra un
taglio del 3% delle risorse finanziarie destinate a quello 2014-2020, e un
taglio del 7% rispetto alla proposta iniziale della Commissione. Un fatto che
già di per sé rappresenta un indice di sfiducia dei Paesi membri verso l’Europa
e verso il superamento di tante singole identità nazionali. E difatti – spiega -, per volume e qualità delle
scelte compiute, l’impressione è che risulti frutto più di una sommatoria di
interessi e individualità nazionali piuttosto che di un disegno organico e di
una vera sintesi per lanciare le prospettive e il sogno di un futuro europeo”.
“Va
sottolineato – aggiunge Fanelli - che
l’asse anglo-tedesca, con il supporto di
quella scandinava, poteva dimostrare una maggiore capacità di altruismo e
solidarietà, più forte e capace di leggere i tempi di crisi e di dare una
prospettiva di medio-lungo periodo. Dunque, ha lasciato un po’ da parte la vera essenza della coesione territoriale,
ossia la solidarietà Nord-Sud, che è stata ridotta rispetto alle
aspettative che vedevano una nostra richiesta di aumentare il bilancio europeo.
Ecco
perché nell’Anci ho sempre sostenuto una linea più coraggiosa del governo
italiano verso l’Ue!”.
Il punto nodale è la destinazione
delle risorse alle politiche di
coesione territoriale, cioè alle aree meno sviluppate, quindi il Sud.
Un tema sul quale Micaela Fanelli, da delegata Anci alle Politiche comunitarie
e Piani di sviluppo, ha inciso negli anni con un lavoro forte, coraggioso e
continuativo. “L’aumento dei fondi destinati alla coesione per noi era un pilastro: ora registriamo 29,6 miliardi, cioè
+200milioni rispetto al precedente ciclo di programmazione. Un elemento di
indiscutibile positività, soprattutto per il Sud cui questi fondi sono
prioritariamente destinati”.
Mentre risultano penalizzati
anche i settori delle infrastrutture, dell’innovazione, della ricerca e delle
grandi reti di trasporto, energia e telecomunicazioni, si ottiene uno
stanziamento di 6 miliardi contro la
disoccupazione giovanile. “Un’eccezione
positiva la registriamo in merito al fondo per l’occupazione giovanile - precisa Fanelli -. L’Europa
infatti capisce che la priorità delle priorità è il lavoro per i giovani e
quindi prevede un programma di risorse dedicate. Che assume una particolare
rilevanza per le nazioni che hanno un’incidenza di questo problema superiore
alla media europea. Vale a dire che per i giovani sotto i 25anni, per cui si
registra un tasso al 2012 di disoccupazione superiore al 25%, viene previsto
l’accesso a un fondo specifico. L’Italia avrà oltre 400 milioni di euro per l’occupazione giovanile, tuttavia una cifra
difatti inferiore rispetto alle aspettative pari a 600-800 milioni di euro”.
Proprio oggi Micaela Fanelli è
intervenuta a Lamezia al dibattito organizzato dall’Anci sulle scelte della
Calabria circa la fase conclusiva della programmazione Fondi Europei 2007-2013
e di preparazione del nuovo ciclo 2014-2020. “E’ stato importante - ha affermato - per capire come la
programmazione 2014-2020 dell’UE aiuterà particolarmente le amministrazioni
comunali, sia delle aree urbane principali e sia, soprattutto, dei piccoli
Comuni, con un programma loro dedicato. Sottolineo questo aspetto perché conosco e soffro dei problemi dei
Comuni delle aree interne, e su questo mi
sono battuta con forza e continuerò a farlo per ottenere attenzione, risorse e
programmi dedicati. Ora,gli amministratori devono essere abili a saperli
utilizzare con utilità ed efficacia”.
membro dell’ufficio di Presidenza nazionale Anci
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