Non sono solo mesi, possiamo ormai parlare di anni e la situazione non cambia ma si aggrava. Di fronte all’indifferenza della politica che siede al potere, all’insensibilità dei tanti, e soprattutto alla constatata irresponsabilità di rappresentanti istituzionali, dirigenti ed operatori addetti, accasati in una pubblica amministrazione diventata zona franca ed esentata da qualsiasi addebito e colpa, l’unica possibilità che rimane al cittadino inerme è l’ intervento della magistratura. Siamo di fronte a veri e propri reati che essendo divenuti ripetuti e costanti sembrano essere la normalità in un territorio ormai assuefatto ai soprusi e rassegnato alla deriva e scetticismo. A ben vedere invece vi sono responsabilità oggettive e soggettive che non possono più essere tollerate sia nel campo della sanità che della viabilità. Settori importanti, delicati e spesso vitali che aldilà delle gestioni politiche del momento devono comunque essere organizzati, gestiti e per le cui strutture vengono pagati uomini e mezzi. Nel caso in cui, come attualmente accade, il funzionamento non è garantito, oltre al danno erariale causato si sostanzia a tutti gli effetti un attentato alla vita dei cittadini a cui tali servizi a volte indispensabili sono destinati. Per le condizioni in cui versa il territorio dell’alto tirreno è quanto mai urgente richiamare, oltre i livelli minimi di assistenza, il concetto principio della sanità in emergenza, la cosiddetta Golden Hour, l’ora d’oro che salva la vita, ossia la necessità di ridurre al minimo il ritardo nelle cure atteso che studi, ricerche e dati scientifici affermano che il fattore tempo intercorrente tra inizio dei sintomi e inizio dei trattamenti è determinante per salvare la vita. La riduzione quindi del cosiddetto Ritardo Evitabile dovrebbe essere l’obiettivo primario di qualsiasi organizzazione sanitaria pubblica degna di un Paese civile. Ma considerata la carenza di mezzi idonei e sufficienti quali ambulanze medicalizzate attrezzate ed equipaggiate a norma, il mal funzionamento del Punto di Primo Intervento di Praia a Mare, la non poca distanza chilometrica con i centri di Cetraro e Paola nonchè il continuo dissesto e perenne anormale scorrimento della SS 18; la possibilità di sopravvivenza rimane ad esclusiva volontà del soprannaturale e delle anime sante. Livelli minimi (Lea) e Golden Hour pur essendo garanzie a tutela della vita umana previste in protocolli, piani e specifiche norme, diventato irrealizzabili a causa di disimpegno e menefreghismo ad ogni livello. Se il PPI non funziona, se il Capt è inesistente, se la Casa della Salute è solo una promessa, se il Nucleo di cure primarie non si realizza; Se macchinari e mezzi non vengono utilizzati ed altrove trasportati, se i servizi previsti non vengono erogati, se la disorganizzazione regna sovrana nella sanità del territorio; E se le buche delle strade diventano voragini, se l’asfalto si scioglie come neve al sole, se i lavori iniziano e mai finiscono, se la segnaletica è inesistente; ci saranno in entrambi i settori responsabilità soggettive o tutto è dovuto al destino cinico e baro che aleggia da queste parti? Inefficienza, malcostume, improduttività, interruzione di pubblico servizio o semplice ordinaria gestione ? Ci auguriamo che le forze dell’ordine su input della magistratura inizino a verificare chi fa e cosa e chi produce il nulla a danno di tutti.
Raffaele Papa
Comm. Prov. MpA Cs
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