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venerdì 23 gennaio 2015

Per favore, abbattetelo!

Esco ora dal dipartimento di Neurochirurgia dello Umberto I di Roma, dove medici e chirurghi di primo piano sono la eccellenza. Una, sembra, rarità nel panorama della Sanità italiana, immersa in una sorta di Lazzareto. In circa dieci giorni di degenza ho visto cose inenarrabili gestite probabilmente da ragionieri più che operatori della pietas umana, Una gestione del personale infermieristico fuori da qualsiasi logica: L'uso della logica del rigido diritto dei lavoratori al riposo nel periodo festivo; L'uso massivo di personale raccogliticcio e di giovani studenti/ volontari costretti ad utilizzare i degenti come cavie; Un rapporto tra il personale infermieristico, fatto salvo i casi di capacità e professionalità e dedizione, con il degente fatto di minacce e di sottomissione; Spesso utilizzando i più giovani, spesso ragazzotte dell'interland frusinate figlie della politica, fino a giungere, nelle notti insonni alle minacce di contenzione o all'uso della narcosi per le infermiere più scafate ed anziane. La non univocità tra zla cartella clinica, rigorosamentemanuale, con il paziente; L'uso spregiudicato dei materiali e del personale specializzato (20 cateteri e sei specialisti urologi per un catetere; medicherie usate come sale di intrattenimento e attività mediche fatte alla buona direttamente nelle camerate, alla faccia della privacy e della necessaria sterilità. Con evidenti complicazioni e maggiori costi da infezione. L'uso di materiale tecnico sanitario scadente, sprechi insostenibili nella gestione dei consumi di servizi, l'utilizzo di una struttura non adatta ma continuamente ri-verniciata e tecnologica attrezzata; una logistica naturalmente infelice. Mancanza di protocolli seri e specifiche comuni a tutti i reparti e sul territorio nazionale; l'uso esasperato di materiale tecnologico ed avanzato per gestire marcatori economici degli sprechi con risparmi sicuramente superati dai relativi costi di una struttura inutilmente ridondante.
Tutto questo in un luogo dove la città incombe con il proprio traffico caotico che entra nel’ospedale con il proprio inquinamento ambientale ed i propri rumori e le centinaia di auto che vi  circolando intorno.
Un lazzareto!
 Siamo tornati al Medioevo: un piccolo gruppo di feudatari che sberleffa un paese rannicchiato, senza gambe per camminare e senza schiena per ribellarsi. Ma il discorso è più complesso. La medicina, anche quella di urgenza, deve cambiare paradigmi, partendo dal dolore e non dall'intervento fisico, punto di arrivo.




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