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sabato 24 agosto 2013

Ogni estate scappo dal Tirreno cosentino.

Dobbiamo ripensare questo tipo di turismo e non possiamo far finta che non ci appartenga. Non possiamo solo pensare al guadagno dei commercianti, degli albergatori,degli imprenditori usando come metro di giudizio e discussione solo i loro incassi. Se vengono frotte di turisti e spendono tutto va bene , se ne vengono pochi e non spendono va male, senza chiedersi perché alcuni anni vengono ed altri no, perché a volte spendono ed altre volte no, perché preferiscono alcuni luoghi ed altri no,perché si sentono in diritto di poter fare ciò che vogliono solo perché come loro stesso dicono e ripetono ovunque “portano soldi ed è per questo che non moriamo di fame”. Questo ragionamento, se così possiamo chiamarlo, ha fatto si che tutte le amministrazioni locali, da trent’anni a questa parte si inchinino ai turisti ed a chi fa turismo . Questo pensiero ha fatto si che si potesse edificare ovunque in nome del turismo, che si potessero concedere licenze commerciali a chiunque e comunque in nome del turismo, che si potessero privatizzare e chiudere spiagge sempre in nome del turismo, che si progettassero porti devastanti regalando pezzi del territorio ad imprenditori come è avvenuto a Diamante senza che venisse realizzato. Il sistema Scalea, abbiamo visto, ruotava tutto attorno a questa idea di turismo, dalle concessioni demaniali, all’edificazione di villaggi, alle opere pubbliche, alle licenze commerciali,al porto devastante. Per esempio, le spiagge libere, una volta portate ad esempio come segno di civiltà, contro le privatizzazioni che già negli anni 70 avvenivano nella rossa Emilia Romagna,oggi sono completamente scomparse, finite nelle mani di lidi, stabilimenti balneari,villaggi turistici che hanno posto cancelli per non fare entrare i cittadini . Chiunque, sia questo un piccolo lido, un albergo, un bar e ristorante, un villaggio turistico oggi ha permessi ed autorizzazioni per piantare ombrelloni e chiudersi un pezzo di territorio. Scogliere intere oggi sono inaccessibili. Scogliere che solo pochi anni fa erano mete di cittadini residenti e non solo di turisti. A san Nicola Arcella nei pressi della magica spiaggia dell’Arcomagno, un privato ha trasformato una grotta in un bar ristorante e si è impossessato di quasi 400 metri di spiaggia. A Santa Litterata nel territorio di Belvedere M.mo, la bellissima ed unica scogliera è inaccessibile e privatizzata dal villaggio turistico esistente alle sue spalle. A Diamante e Cirella avviene lo stesso, con spiagge e scogliere nelle mani di privati. Così tra Sangineto e Cittadella del Capo grazie alla presenza di villaggi turistici a ridosso delle spiagge risulta impossibile accedere alle meravigliose calette esistenti . Il turismo , questo turismo, in Calabria ed in particolare nella fascia tirrenica fra Tortora e Paola, interessata dall’arrivo di circa 1 milione e mezzo di persone , in soli 35-40 giorni, è un turismo mordi e fuggi, che vuole solo occupare spazi per bivaccare,divertirsi a modo proprio,mangiare e defecare a piacimento. E’ un turismo che non porta soldi e che anzi ne fa perdere. Perché a fronte di un turista di questo tipo , depredatore di territori, se ne perdono tre di altro tipo e cioè di quelli che invece vogliono visitare i luoghi , conoscere la nostra storia, la nostra cultura, il nostro quotidiano e prima di ogni altra cosa rispettano i luoghi che frequentano oltre che le persone. Basta confrontare la partecipazione ai dibattiti culturali, tipo presentazione di libri,politica locale,approfondimenti culturali, mostre d’arte, con le sagre, l’effimero sulle spiagge, le discoteche, i concerti canori durante le varie feste delle madonne. Zero da una parte, migliaia dall’altra. Oggi però, in piena crisi, appare chiara ed evidente una cosa, che questo turismo, mangia se stesso. Sono i turisti stessi che si lamentano di quanto sta avvenendo. Loro responsabili di non fare raccolta differenziata , nei paesi dove esiste, loro responsabili delle sporcizie lasciate lungo le spiagge, loro responsabili della chiusura delle spiagge, delle barche a motore che infestano di olio le nostre isole e scogliere, loro responsabili di fittare un appartamento per due persone e poi trasportarne 10, loro responsabili di affollare con strafottenza le spiagge libere cacciando gli altri a pallonate, loro proprietari di case non allacciate alla fogna che scaricano liberamente nei fiumi, loro camperisti che non pretendono dai camping lo svuotamento dei loro water in fosse autorizzate, loro che gettano immondizia nei cassonetti senza rispettare gli orari delle ordinanze, loro che portano la propria auto ovunque lungo i fiumi,loro che con le barche a motore vogliono andare ovunque finanche nelle grotte marine inquinando, loro adesso si lamentano del mare sporco, dell’ immondizia non raccolta, dei fiumi inquinati, delle aree pic- nic devastate, delle isole pedonali a difesa dei centri storici e dei cittadini, delle file di auto per accedere ai concerti dei loro cantanti preferiti. E’ per questo che me ne vado. Me ne vado per evitare di essere imbottigliato in quelle lunghe file di auto fra Praia a mare e Diamante e non sentire la gente che litiga per un parcheggio o per un sorpasso. Me ne vado per non trovarmi in mezzo ad ombrelloni con l’odore di pasta e melanzane, uova bollite, panini farciti. Me ne vado per non trovarmi circondato da trenta ombrelloni messi tutti attorno a me e vicinissimi a me. Me ne vado per non vedere le spiagge privatizzate in mano ai mafiosi e vedere la capitaneria di porto controllare le barche dei pescatori. Me ne vado per non ritrovarmi su quei lungomari pieni di passeggiatori della sera che parlano di cosa hanno mangiato a mezzogiorno. Me ne vado per non vedere i napoletani, i cosentini, i salernitani,i beneventani, i casertani, i romani, discutere del nostro modo di vivere, della nostra cucina, del nostro paesaggio, del nostro mare che non sappiamo utilizzare senza chiedersi , loro, perché ci ritornano ogni anno. Me ne vado per non sentire le lamentele di chi venendo da luoghi super inquinati con inceneritori,scarichi fognari per strada, topi nelle case, si lamenta di qualche carta per terra, della schiumetta delle 11, della spiaggia privata, della folla, del chiasso, che loro stessi producono. Me ne vado per non fare la fila davanti all’unico Banco posta del paese, e al supermercato con una sola cassiera come se fosse inverno. Me ne vado per non vedere i nostri giovani lavorare 18 ore al giorno nei bar,nei ristoranti, negli stabilimenti balneari,negli alberghi con una paga di 500-600 euro e sentirmi dire che “tanto è estate”. . Me ne vado da tutto questo,da questo tirreno trasformato in una Striscia di Gaza, da questo mare violentato da 1 milione di forestieri,da queste fritture di gamberi e calamari. Me ne vado per non vedere i vigili urbani inseguire pakistani, senegalesi, bengalesi, marocchini,che vorrebbero anche loro partecipare al banchetto turistico e non ne ricevono neanche le molliche. Me ne vado per non assistere alle tante sagre della patata, della melanzana, del baccalà fritto, del zafarano, delle alici fritte,del cinghiale, del fusillo di capra,del kebab ( si del kebab!!!), delle madonne in processione, dei fuochi d’artificio,delle cacce al tesoro, delle persone che ballano nelle piazze la tarantella che non sanno ballare. Me ne vado per non vedere quei fighettini sedersi ai bar di moda e sorseggiare sorridenti un cattivo caffè, ripetendo a pappagallo che lì in quel bar lo fanno in modo speciale . Me ne vado per non sentire le urla dei tanti condomini per l’annuale assemblea di condominio, che urlano sulla pitturazione sbagliata, le scale non pulite, la luce sempre accesa, le bollette dell’amministratore. Me ne vado per non sentire le critiche dei forestieri : “ma qui si potrebbe fare questo……perché lì non ci fate questo……”. Me ne vado per non vedere le moto d’acqua sferzare il nostro mare. Me ne vado per non vedere Yacth,barche a motore,motoscafi,assediare le nostre isole trasformandole in piccole Disneyland. Me ne vado per non sentire i sindaci salutare i turisti e ringraziare gli operatori turistici per i “loro sforzi”. Me ne vado per non assistere a quei finti dibattiti estivi in piazze deserte dove tutti si ringraziano e salutano amorevolmente. Me ne vado per non legger e i proclami delle opposizioni politiche che ne sanno sempre una di più degli amministratori dimenticandosi che spesso anche loro stessi hanno amministrato. Me ne vado per non sentire parlare del falso inquinamento marino, mentre tutti stanno zitti sui rifiuti tossici seppelliti nei nostri fiumi,, delle navi dei veleni dimenticate, delle spiagge diventate rosse. Me ne vado per non sentire parlare i politici del nostro turismo che non funziona, dei commercianti lamentosi delle isole pedonali, ma silenzio assoluto sulle scortesie dei bottegai, dei prezzi elevati su tutto, della privatizzazione di tutto, dalle spiagge ai lungomari, alle piazze che ti impediscono di camminare liberamente. Me ne vado mentre voi arrivate.

 Francesco Cirillo

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