La Provincia di Cosenza può vantare una delle più belle fasce costiere di tutto il Paese ma, paradossalmente, relegata a striscia marina non valorizzata a fini turistici”.“Noi calabresi siamo ormai abituati a ripetere certi ritornelli a mo’ di cantilena come se appartenessero al nostro destino. Ma cambiare si può e si deve. Politiche mirate risolveranno queste situazioni non più accettabili. Finora le contromisure per l’inquinamento biologico, ad esempio, sono state prevalentemente affidate all’iniziativa della magistratura, diretta contro la cattiva gestione dei reflui e dei sistemi di depurazione. Però, come tutti possiamo constatare di anno in anno, tale azione non può risolvere il problema.
Occorre invece un approccio organico e integrato, basato su una preventiva campagna di controlli, verifiche ed analisi dei risultati, per ogni bacino idrico confluente in mare. Una campagna che dovrebbe partire con largo anticipo sulla stagione estiva e coinvolgere tutte le risorse disponibili, dagli enti deputati alla programmazione e alla pianificazione sul territorio (Regione, Provincia, Comuni, enti consortili, eccetera) agli organismi di controllo (Arpacal, ASP), dagli organi di vigilanza (i vari corpo di polizia statale, provinciale, forestale, locale, capitanerie di porto) fino agli organismi tecnici (uffici tecnici provinciali e comunali, ordini professionali) e scientifici (università, istituti di ricerca). Ognuno, nell'ambito delle rispettive competenze, dovrebbe portare il proprio contributo, coordinato da un’unica regia, quella dell’ente Provincia appunto, per le sue funzioni istituzionali di tutela e valorizzazione delle risorse ambientali”.
“Le conseguenze di una errata gestione della costa – ha affermato - hanno un impatto negativo su una striscia molto più ampia della battigia, comprendente attività di terra e di mare che, se non gestite con i principi della ‘sostenibilità’, possono produrre pesanti impatti negativi sulla conservazione della costa. I fenomeni di erosione costiera incidono sulle attività produttive turistiche, sul benessere dei cittadini e dei turisti, sugli equilibri ambientali e sull’integrità del paesaggio. La costa e i fenomeni di erosione divengono, quindi, l’indicatore del livello di sostenibilità dello sviluppo del presente, come conseguenza dello sviluppo del passato e forniscono indicazioni precise su quello che sarà lo sviluppo del futuro. Una situazione siffatta coinvolge anche le infrastrutture (SS 18, ferrovia, strade comunali), le sistemazioni litoranee, le abitazioni, le strutture permanenti o temporanee legate all’attività turistica.
Pertanto ha un costo elevatissimo, che giustifica un impegno straordinario in termini di prevenzione e di opere di ripristino.
Un approccio di tipo complessivo e non lasciato all’iniziativa dei singoli Comuni, consentirà non solo di risolvere il problema, ma a costi nettamente inferiori rispetto alla somma dei singoli interventi, ipotizzabili secondo gli attuali criteri. Ma la risposta definitiva alla problematica dovrà comprendere anche un piano di manutenzione e di controlli, condotto da un soggetto sovra comunale, che dovrebbe essere la Regione o, in subordine la stessa Provincia”.
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