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sabato 21 settembre 2013

No, non si può continuare così.

No, non si può continuare così. Se Praia a Mare avesse avuto un Pronto Soccorso attrezzato e funzionante, forse, si sarebbe salvata un’altra VITA !!!! Non ne abbiamo la certezza, riscontriamo però altro evento tragico e che si ripete mentre un dubbio atroce e senza soluzione ci assale: poteva essere salvato? Negli anni del progresso, della civiltà opulenta, dell’alta tecnologia, della scienza esatta e raffinata una puntura d’insetto decide dell’esistenza di un uomo. È deprimente che in una nazione dove si spendono risorse enormi per l’alta velocità, dove la frenesia quotidiana per la rincorsa delle ore costringe tutti a ritmi elevati per raggiungere in tempi sempre più brevi località e territori, non si riescono ad accorciare gli stessi tempi per la lotta alla sopravvivenza. Una tristezza indicibile, monta la rabbia, ma in questo stato di cose non si può che reprimere, per forza! È come se tutti insieme fossimo legati, bloccati, immobilizzati in una camicia di forza che altri ci hanno fatto indossare con subdola volontà. Indifferenza, menefreghismo, insensibilità, rassegnazione, tutto quello che si vuole ma nulla può giustificare ciò che accade, da tempo ormai, sui nostri territori. E con chi te la prendi? Chi invochi? Chi ti ascolta? Chi muove un dito per te e per tutti? Le Istituzioni potrebbe dire qualcuno! Ma dove sono? Chi le rappresenta? Come? Quando? Stiamo perdendo il senso non solo di invocarle ma anche di inveirne contro, a che serve? Le solite parole di circostanza, faremo, vedremo, parleremo, incontreremo e intanto tutto scorre secondo inefficienze, abusi, soprusi, irresponsabilità spropositate ed esorbitanti che nessuno vede, tutti colpiti da una miopia scandalosa, finta ed accomodante. A chi ti rivolgi se non al cielo, azzurro, splendente come sempre ma che pare chiudersi al futuro e alla speranza? Dove corri a far sentire il lamento di un popolo abbandonato, condannato ed impotente che continua a perdere ogni capacità, ogni forza, ogni spirito di reazione e protesta? Blanditi e raggirati, lusingati e reietti, adulati e ripudiati, adescati in un gioco perverso di un sistema che a parole ci esalta e nei fatti ci condanna. Almeno ci pervada il dubbio, l’incertezza del personale sentire: ma non sappiamo o non vogliamo reagire? Che dilemma rispondere, si preferisce pensare ad altro, ad inevitabili altri problemi che quasi quasi ben accettiamo perché rimuovono il rimorso del nostro far niente, sono lo scudo, la corazza, l’alibi della nostra indolenza. Più si attarda la risposta, maggiore diventa la propria ed individuale corresponsabilità a tutto ciò che offende e calpesta la sacralità della vita. Siamo in un vicolo buio e cieco, dobbiamo uscirne, non servono eroi, serve la semplice volontà di ognuno per dire basta!

 Raffaele Papa

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