“E’ persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica e sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale e di emarginazione”, così recita il comma 1 dell’articolo 3 della ormai famosa Legge 104/1992.
Sovente chi si trova in tale invalidante condizione è costretto a subire un vero e proprio calvario per aver riconosciuto il dovuto status.
In altri casi, invece, numerosi sono i beneficiari diretti ed indiretti tanto da averne di fatto modificato spirito ed effetto come nella Pubblica Amministrazione e specie nella Scuola di ogni ordine e grado ove buona parte del personale occupato è oggetto di tale normativa che consente il beneficio di “assegnazioni, trasferimenti e permessi” diversamente non possibili.
“Fatti la 104” è la risposta più semplice e naturale che viene data a chi lamentando le invadenze consentite ad alcuni, continua a subire non perché ingenuo ma solo perché onesto.
Tutto viene fatto nella legalità? La “carte” saranno sicuramente a posto, ma chi verifica e controlla? e chi controlla i controllori ?
Spesso il cittadino che giustamente condanna politici e portaborse per benefit ed indebiti privilegi, non disdegna di rivolgersi ad amici e compari della stessa politica e della sanità pur di ottenere vantaggi non spettanti e sopraffare gli altri.
Onestà e correttezza non pagano, sintomi inquietanti di una società malata che anziché combattere il malaffare ne diventa compartecipe.
È giusto che nei confronti di chi è portatore di malattie invalidanti proprie o di congiunti si abbia il massimo rispetto, ma l’incidenza che gli stessi hanno nel settore Pubblico desta qualche perplessità.
I comportamenti non corretti, oltre a determinare un danno allo Stato, costituiscono veri e propri “soprusi” nei confronti della collettività e di altro personale fuori da tali disposizioni.
Qualche verifica mirata è più che mai necessaria, dirigenti e responsabili sono chiamati a compiere atti di responsabilità, onestà e giustizia; è in gioco la tenuta di un sistema che non potrà migliorare se non saremo in tanti a farlo per prima.
Il desiderio di giustizia da parte di chi è succube di soprusi, imbrogli e raggiri, si fa sempre più forte ed è direttamente proporzionale alla diffusione del malaffare, della inefficienza e burocrazia che il cittadino comune senza “Santi e Protettori” è costretto giornalmente a subire.
È necessaria maggiore chiarezza, per legittimare gli aventi diritto e per giustizia nei confronti degli altri così da eliminare il tarlo del dubbio sempre più insistente.
Chiediamo alle autorità competenti interventi diretti ed immediati per ripristinare, ove mai fosse venuta meno, una legalità sempre più compromessa dall’egoismo, prevaricazione e prepotenza.
31/10/2012 Raffaele Papa
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